Anch’io vado a scuola!
Paola Milani, Luisa Gialma
Kite, 2010, p. 33
€ 14,00 ; Età: da 6 anni
Lasciare la riva, esplorare pian piano dove non si tocca, accogliere ed essere accolti. Luogo popolatissimo dell’immaginario, “il primo giorno di scuola” è un momento cruciale dell’esistenza, che per fortuna non smette di produrre specchi e forme di sé. In questa direzione la proposta di Kite sull’argomento: bella, seria e soprattutto impregnata di sottile cura, confine liquido tra la voglia di storie e un’editoria di servizio che possa supportare e nutrire bambini genitori e insegnanti nel delicato passaggio del cosiddetto “ambientamento”. Nascono così Anch’io vado a scuola e Un tempo per incontrarsi (a cura di Paola Milani, Kite, 2010, € 11,00), rispettivamente un picturebook e un quaderno pedagogico, organicamente progettati e intelligentemente compenetrati l’uno nell’altro (nonché aggiornati ai nuovi scenari che prevedono l’ingresso alla scuola dell’infanzia anche per i bambini di 30 e 24 mesi). Una scia di parole come briciole di pane disseminate da un io ancora implume che si confronta con la prima grande prova dell’ingresso nel mondo, ma anche e soprattutto col distacco dalla mano di mamma e papà. Un tracciato empaticamente vicinissimo al vissuto del protagonista, linguaggio semplificato e tenero come lente d’ingrandimento che ne scandaglia minuziosamente i palpiti, le ansie, le paure e le gioie. Micro e gigantesche tappe di una storia che le immagini sensibili e colorate di Luisa Gialma abbracciano da un’angolatura visuale accucciata, dallo sguardo rannicchiato dell’età. Tutto questo a comporre un itinerario di sottili rimandi pedagogici, illustrato nei dettagli nel quaderno: dall’accoglienza-elaborazione delle emozioni del distacco alle strategie di consolazione e di graduale ambientamento alle soglie di frustrazione, al valore del gruppo, al domino di fiducia madre-maestra-bambino, all’acclimatarsi nella nuova situazione come contesto sempre più conosciuto e affidabile che consente al bambino non solo di prevedere cosa avverrà, ma anche di avere “più mamma” e “più papà”. “Separarsi per riconnettersi” dunque, non sottraendo tempo allo stare insieme ma arricchendo invece il tempo comune del nutrimento indispensabile della “coeducazione”.
Maria Grosso
(da LiBeR 89)